In questo periodo si lavora molto in videoconferenza. Le app più adoperate, fra le più semplici da usare, sono risultate essere Zoom e Houseparty che presentano, però, alcune criticità per la tutela dei dati personali e della sicurezza informatica.

Zoom, passata da 20 milioni a 200 milioni di utenti al giorno, è sotto la lente degli esperti di sicurezza informatica perché sembra che si sia voluto privilegiare di più l’usabilità tralasciando gli standard sulla sicurezza e la tutela della privacy.

Fra le preoccupazioni per la cybersecurity c’è la lentezza nell’affrontare le falle di sicurezza, che potrebbero permettere a terzi malintenzionati di ottenere, tra gli altri, l’accesso illecito alle webcam degli utenti. O gli accessi a livelli più profondi del sistema operativo attraverso i quali si possono collezionare più dati personali, aumentando l’esposizione degli utenti ai rischi per la privacy. Un ulteriore problema di sicurezza è l’assenza di crittografia end to end.

Le criticità sulla protezione dei dati personali riguardano la politica standard di Zoom sulla privacy che consente di condividere i dati per il marketing mirato. Standard che non rispondono alle norme statunitensi per la protezione dei dati (FERPA, paragonabile al GDPR). In aggiunta c’è la poca consapevolezza degli utenti, di cui un buon numero sono  giovani e giovanissimi, sulla protezione dei propri dati.

Il problema di Houseparty, invece, è soprattutto sulla privacy. L’app non aggiorna la propria politica per la protezione dei dati dal giugno 2018, questione che fa supporre la non conformità anche al GDPR.

Gli esperti che stanno studiando il boom delle app affermano che Houseparty raccoglie una quantità eccessiva di dati personali, tra i quali dati di geolocalizzazione per conoscere gli spostamenti, i luoghi frequentati, i contatti e la loro frequenza, senza che di questo vi sia da parte degli utenti consapevolezza dei rischi. Houseparty , per impostazione predefinita, tiene traccia degli utenti e perciò le richieste di cancellazione dei dati potrebbero non essere assolte.

Per una videoconferenza senza rischi è opportuno usare applicativi prodotti da aziende strutturate, che ragionano in termini di privacy assolvendo alle norme, come Microsoft Teams, Skype, Google Hangouts Meet. Oppure altre app, pur se non così immediate, come Jitsi, Facetime, Google Meet, Wire.

 

Da: agendadigitale.eu